Felice Carena (1879 - 1966)

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Nasce a Torino nel 1897, muore a Venezia nel 1966; pittore. L'adesione di Carena al Novecento data al 1929, al quando, ormai cinquantenne, noto e affermato, espone alla II Mostra presso la Permanente. Professore di pittura all'Accademia di Firenze, si dedica intensamente all'insegnamento nel decennio che qui ci interessa e che è per lui ricco di riconoscimenti. Nel 1933 viene nominato accademico d'Italia e la Biennale veneziana (cui partecipa costantemente dal '32 al'40) gli dedica due mostre personali, nell'edizione del 1936 (con 17 opere) e nell'edizione del 1940 (con 21 opere, tra cui Deposizione, 1938-39). È presente, con una personale di 33 opere, alla I Quadriennale romana e alle successive del '35 e del '39. Sono di questi anni opere come Estate e L'amaca (1933), Lo studio (1934), Meriggio estivo (1935), che evidenziano quella «raggiunta e piena monumentalità», quello «sforzo costruttivo e coerente per una salda coesione compositiva» che C.L. Ragghianti, pur con qualche riserva a proposito di una certa frammentarietà, di alterne qualità all'interno di uno stesso dipinto, gli riconosce nel 1936. Nel 1935 esegue le scene per l'opera Orseolo di I. Pizzetti, su commissione del Teatro lirico di Firenze, e partecipa a una collettiva al Lyceum assieme a Carrà, Casorati, Sironi e Tosi. Nel 1938 nella sua città natale gli viene dedicata una personale alla galleria Martina e nel 1939 è invitato a far parte della giuria del Premio Cremona con Ferrazzi, Tosi e Bucci.

FONTE: ANNITRENTA

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